Morto e spacciato by Charline Harris

Morto e spacciato by Charline Harris

autore:Charline Harris [Harris, Charline]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-10-12T22:00:00+00:00


Capitolo decimo

L'acqua fredda mi colava sul volto e sul collo. Annaspai e tossii, quando un po' mi entrò in bocca.

— È troppa? — chiese una voce dura, e nell'aprire gli occhi vidi Eric. Eravamo nella mia camera, e la sola luce era quella del bagno.

Il materasso si mosse quando Eric si alzò per riportare in bagno il panno che stava usando. In un secondo, fu di ritorno con un asciugamano, che usò per tamponarmi la faccia e il collo. Avevo il cuscino umido, ma decisi di non preoccuparmene; la casa si stava raffreddando, adesso che il sole era tramontato, e io ero stesa lì con indosso la sola biancheria intima.

— Ho freddo — dissi. — Dove sono i miei vestiti?

— Erano macchiati — rispose Eric. C'era una coperta, ai piedi del letto, e lui me la tirò addosso, poi mi volse le spalle per un momento e sentii le sue scarpe cadere per terra. L'istante successivo fu sotto la coperta insieme a me, puntellato su un gomito. Mi stava guardando, ma dato che volgeva le spalle alla luce proveniente dal bagno, mi era impossibile scorgere la sua espressione.

— Lo ami? — domandò.

— Sono vivi? — ribattei. Era inutile appurare se amassi o meno Quinn se lui era morto, giusto? O forse Eric aveva inteso riferirsi a Bill, ma mi era impossibile capirlo. Mi resi conto che mi sentivo un po' strana.

— Quinn se n'è andato con qualche costola rotta e la mascella fratturata — spiegò Eric, con voce del tutto neutra. — Bill guarirà entro stanotte, se non lo ha già fatto.

Riflettei sulle sue parole.

— Suppongo che tu abbia avuto qualcosa a che fare con la presenza di Bill qui — osservai.

— Sono stato informato che Quinn aveva violato la nostra decisione. È stato avvistato mezz'ora dopo essere entrato nella mia area, e Bill era il vampiro più vicino da mandare a casa tua. Il suo compito era quello di evitare che venissi molestata, finché non fossi arrivato io, ma ha preso il suo ruolo un po' troppo sul serio. Mi dispiace che tu sia rimasta ferita — concluse Eric, con fare rigido, perché non era abituato a scusarsi. Sorrisi nel buio. In modo distaccato, notai che mi era quasi impossibile sentirmi ansiosa, eppure di certo avrei dovuto essere agitata, o almeno furente.

— Quindi hanno smesso di lottare quando sono finita a terra... spero.

— Sì, la collisione ha posto fine alla... zuffa.

— E Quinn se n'è andato di sua iniziativa? — Nel parlare, mi sondai la bocca con la lingua, perché avvertivo uno strano sapore, pungente e metallico.

— Sì. Gli ho detto che mi sarei preso cura io di te. Sapeva di aver varcato troppi limiti, venendo a trovarti, dal momento che gli avevo detto di non entrare nella mia area. Bill è stato meno consenziente, ma l'ho costretto a tornare a casa sua.

Tipico comportamento da sceriffo.

— Mi hai dato un po' del tuo sangue? — domandai.

Eric annuì con assoluta indifferenza.

— L'impatto ti aveva lasciata priva di sensi — spiegò, — e so che quella è una cosa seria.



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